Una prima "spinta" riguarda il trekking, tout court, dal momento che esso potrebbe non svolgersi nei luoghi francescani, ma in qualsiasi altro luogo del mondo.
Ci sono persone che desiderano camminare, sono addirittura affascinate dall'idea di mettersi in viaggio a piedi, ma non sono provviste dei "fondamentali" per farlo: la resistenza allo sforzo prolungato (si pensi che si sta sulla strada almeno 8/10 ore al giorno) e, soprattutto, volontà di far fatica. Gli escursionisti e coloro che fanno trekking sanno bene che stare su un sentiero per diverse ore può essere sperimentato solo a patto che l'"accettazione" venga dalla mente, prima ancora che dalla propria muscolatura! Insomma la risposta all'idea della Via Francisci dev'essere: "sì, lo voglio (assenso della psiche), anche perché ho le forze (fisiche) per farcela!".
Comunque è necessario prepararsi adeguatamente, "fare la gamba", mediante specifici allenamenti. Il consiglio che si dà è di fare trekking su un terreno saliscendi (di collina o di media montagna) con uno zaino in spalla del peso di almeno 4/5 chili: le prime volte camminando per almeno 10 chilometri, in seguito aumentando il chilometraggio, sino a giungere almeno ai 20 chilometri durante l'intera giornata.
Riteniamo questa preparazione indispensabile, perché rende la muscolatura idonea alla fatica giornaliera prolungata e rassicura circa la possibilità di riuscire a percorrere tutta intera la Via.
Nel Camino Tina e io abbiamo incontrato diverse persone che, pur praticando qualche sport (corsa, marcia, maratona), sono state costrette a fermarsi e a tornare indietro, per problemi al ginocchio o per tendiniti. Non si erano preparate in modo adeguato a camminare (a lungo), con peso notevole nello zaino e aiutandosi con bastoni da trekking (se ne parlerà più avanti nella pagina relativa all'attrezzatura, che riteniamo indispensabile).
Detto questo del trekking, una parola ancora sul pellegrinaggio.
Per chi lo desidera il nostro vorrà e potrà essere anche un pellegrinaggio sulle orme di Francesco di Assisi. Quelli di noi che se lo propongono si prepareranno al meglio a livello psicofisico, ma a tale indispensabile preparazione vorranno aggiungere anche quella spirituale.
Si tratta allora di documentarsi sulla vita di Francesco, patrono d'Italia, ma anche, e soprattutto, "povero" di Assisi, modello della semplicità, dell'umiltà, della sobrietà e dell'ecologia. Si potrà così entrare in sintonia con il suo spirito, presente tutt'oggi nella natura e nei monumenti, che in Umbria ne conservano la memoria.
Durante il cammino ci si potrà così immergere nei contesti francescani, confondendosi in essi e avendo la possibilità di fare un'esperienza veramente unica.
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