Dopo qualche chilometro si raggiunge l'abbazia di San Benedetto, che dà anche il nome alla località, nella quale, come vuole la tradizione, Francesco si sarebbe fermato, andando a La Verna.
Si cammina senza difficoltà attraverso boschi e prati aperti, che offrono ampie vedute sui colli circostanti.
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Madonna di Montecchi |
Superato un gruppo di casali e un passo, si affronta una salita sino a giungere alla Madonna di Montecchi.
Dopo la frazione di Loreto la strada provinciale si distende a mezza costa, ombreggiata da grandi querce e successivamente scende sulla statale, da cui si prende una stradina che porta all'odierna meta.
A Gubbio si vive una particolare atmosfera, tra le sue strette viuzze, alle volte molto ripide, tra case di pietra bianco rosato; ci si sente catapultati in un'altra epoca, proprio quella medievale di Francesco.
Entrati nella periferia si passa accanto all'anfiteatro romano
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Anfiteatro romano |
Dopo averla attraversata, si raggiunge la Chiesa di San Francesco:
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Chiesa di San Francesco |
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S. Francesco della pace |
Secondo la tradizione è in questo luogo che si ritirava a dormire il lupo ammansito da Francesco e dove po sarebbe stato sepolto.
Gubbio è una città molto legata alla memoria di Francesco, proprio in virtù del patto di pace che secondo la tradizione egli fece stringere tra gli abitanti del luogo e il lupo che li terrorizzava.
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La Vittorina |
L'odierno percorso inizia su strada asfaltata, per proseguire poi su sterrato, in un continuo saliscendi:
La giornata sin dal mattino ci riserva una sorpresa.
Partiti di buon mattino, dopo un'abbondante colazione e avendo acquistato qualcosa per il pranzo, percorsi pochi chilometri, Cecilia ci confida che non è più in grado di proseguire. I problemi ai piedi, martoriati da diverse vesciche, sono tali che non le permettono di andare avanti. Da un paio di giorni, pur di non arrendersi, va alternando gli scarponi a scarpe più leggere e comode; inoltre a sera ha sempre cercato di fare il possibile per curarsi. Tutto invano.
Siamo su una strada secondaria e pertanto poco frequentata. Per fortuna (Tina parla di Provvidenza...) su nostra richiesta si ferma una delle poche auto in transito, alla cui guida è una signora che su nostra richiesta prende con sé Cecilia e addirittura le dà un passaggio sino a Gubbio.
Tina e io proseguiamo così da soli.

Visitiamo la chiesa e poi ci rechiamo in un vicino ristorante per la cena, durante la quale abbiamo festeggiato Cecilia, nel giorno del suo compleanno.
Partiti di buon mattino, dopo un'abbondante colazione e avendo acquistato qualcosa per il pranzo, percorsi pochi chilometri, Cecilia ci confida che non è più in grado di proseguire. I problemi ai piedi, martoriati da diverse vesciche, sono tali che non le permettono di andare avanti. Da un paio di giorni, pur di non arrendersi, va alternando gli scarponi a scarpe più leggere e comode; inoltre a sera ha sempre cercato di fare il possibile per curarsi. Tutto invano.
Siamo su una strada secondaria e pertanto poco frequentata. Per fortuna (Tina parla di Provvidenza...) su nostra richiesta si ferma una delle poche auto in transito, alla cui guida è una signora che su nostra richiesta prende con sé Cecilia e addirittura le dà un passaggio sino a Gubbio.
Tina e io proseguiamo così da soli.
Dopo qualche chilometro raggiungiamo l'abbazia di San Benedetto, che dà anche il nome alla località, nella quale, come vuole la tradizione, Francesco si sarebbe fermato, andando a La Verna.
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Veduta |
Si cammina senza difficoltà attraverso boschi e prati aperti, che offrono ampie vedute sui colli circostanti.
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Madonna di Montecchi |
La strada alterna qualche leggera salita a dolci discese, passando accanto a un piccolo lago artificiale, per poi inoltrarsi in un bosco.
Superato un gruppo di casali e un passo, si affronta una salita sino a giungere alla Madonna di Montecchi.
Superata la chiesetta, si svalica e il panorama si apre sulla grande pianura eugubina. Dopo un chilometro circa si torna sulla strada asfaltata.
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Monastero di Loreto |
Dopo la frazione di Loreto la strada provinciale si distende a mezza costa, ombreggiata da grandi querce e successivamente scende sulla statale, da cui si prende una stradina che porta all'odierna meta.
Arriviamo alla periferia di Gubbio alle 17.30.
Finalmente riusciamo a comunicare telefonicamente con Cecilia e da lei apprendiamo che il Monastero di Sant'Ubaldo, presso il quale siamo prenotati per la notte, è situato su una collina prospiciente la città e che è raggiungibile solo con una funivia.
Poiché non facciamo a tempo a raggiungere la stazione di partenza della funivia prima della sua ultima corsa giornaliera, né siamo disponibili ad almeno altre due ore di cammino supplementare, in coda a una giornata molto faticosa, prendiamo un taxi per recarci al monastero.
Incantevole è il luogo in cui è situato, in mezzo a un fitto bosco. Siamo alloggiati in una foresteria con diverse stanze e con uso cucina, che viene messa a disposizione di singoli pellegrini come anche di gruppi. ![]() |
Monastero di Salt'Ubaldo |
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Panorama di Gubbio dal Monastero |

Visitiamo la chiesa e poi ci rechiamo in un vicino ristorante per la cena, durante la quale abbiamo festeggiato Cecilia, nel giorno del suo compleanno.
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